06 April 2014

La torta di compleanno

Il chercheur mi prendeva in giro. E in parte era anche infastidito.
Quanto la fai difficile. Dobbiamo proprio fare una festa di compleanno? E poi devi proprio fare la torta canonica di compleanno? Che te frega? Non puoi fare la torta che fai sempre e buona lì?

Passeranno alla storia alcune battute tra me e lui alla vigilia della festa, in cui passavo in rassegna quello che avrei preparato, come avrei disposto il tavolo, i palloncini che avrei gonfiato. A lui imploravo un po' di collaborazione nell'intrattenere i bambini. Lui che fa sempre lo schivo, lo scocciato, poi arrivano i bimbi e sono tutti attaccati alle sue gonnelle. Lui che -poi, solo poi- pare felice, ma prima deve fare quello tenebroso e difficile. E io a volte sono stanca di non avere supporto in anticipo, anche se poi, quando arriva il dunque, è un supporto eccezionale, bisogna dirlo.Ma prima, finisce che chiedo, un po' in ansia...
Chercher, ti va di organizzare qualche gioco? 
MI aiuterai a gonfiare i palloncini? 
Che dici mettiamo il materassone gonfiabile qui, magari ci saltano sopra?
Ed il chercheur, preoccupato: Non vorrei si divertissero troppo...


Nei giorni precedenti mi guardava sperimentare, scuotendo il capo. Io mi davo pena:
 Riuscirò facilemente a tagliare la torta? Lei ci riusciva.
Cosa ci metto in mezzo? Tra il bisogno di ricongiungermi e quello di distinguere, provo con delle cose un po' pazze (e insensate, col senno di poi): gelato al cocco o yogurt? Alla fine è stato gelato di cocco!
Con cosa ricopro? E giù a provare due ricette simili ma diverse per la glassa, entrambe fatte in due varianti che ne avrebbero cambiato consistenza e colore.
Ricapitolando due glasse, due varianti, due farciture, per un totale di 8 glasse da sperimentare. Chiamiamola deformazione professionale....

Chè io la cooking crisis che mi divora ce l'ho mica per niente, ce l'ho perchè faccio un lavoro che mi tiene in ballo tra timer, forni, bagni maria, cappe, pentoline provette. L'avevo già detto un giorno di tanti anni fa, che evidentemente stavo ovulando, vedendo come è andata poi...
Io mica c'ho voglia di ricominciare daccapo anche a casa. Che poi secondo me tutti i genitori che si prendono la responsabilità di nutrire un piccolo, se poi si mettono persino in testa che sarà svezzato senza l'intervbento di nessuna pappina industriale (se non quella prodotta in quantità industriali ma in casa) un attimo di rigetto al pensiero di cucinare ce l'hanno. Eccome se ce l'hanno, nevvero?
Però per la torta di compleanno m'è scattata la passione.  E le competenze da scienziata sperimentatrice veterana le ho applicate con amore e gioia.



Poi quando è arrivato il giorno di infornare la vera torta,non si era più in fase di ricerca e sperimentazione, si faceva sul serio ed io ero molto concentrata, di un nervosismo positivo. Il chercheur mi ronzava intorno bofonchiando infastidito e allora ho cercato di spiegarglielo. CHe mi ricordo che mia madre quando eravamo piccoli ci faceva queste torte di compleanno, di pan di spagna, tagliato a metà, dentro non mi ricordo che ci metteva, sopra una glassa burrosa e zuccherosa al contempo e poi le fragole e le banane tagliate fini. Una cosa un po' artificiosa, strampalata. Ma fatta con tanto amore, quello ne sono certa. Ricordo le foto di un mio compleanno con quella torta sul tavolo. Che poi invece chissà magari era la prima e unica volta che fece una torta tanto fatta bene. Non so, non ricordo. Insomma per me questa torta di compleanno era un po' un cercare un contatto con Lei. Strampalato, forse inutile, non c'è che dire, ma che per favore si togliesse dai piedi.




 
Poi è arrivato il momento degli ospiti. Le preoccupazioni su scenari di inferno che avevamo vissuto altrove e temevo come la peste si sono dimostrate infondate. Almeno fino ad un certo punto cruciale... Avevo deciso molto saggiamente di eliminare tutti i giocattoli dotati di ruote: macchinine, trenini, camion, trattori, moto e biciclette, che alla fin fine sono quelli per cui quei piccoletti si accapigliano sempre. Ho lasciato peluche, bamboline, mi pare i lego, ma non ricordo più. COme a dire se volete giocare vi inventate qualcosa di nuovo e alternativo. La cosa ha funzionato
Il controllo positivo (deformazione professionale) si è manifestato all'apertura dei regali. Uno dei quali era un pomposissimo garage per le macchinine (che non abbiamo ancora montato) e 6 bellissime macchinine annesse. Si è scatenato il putiferio!!! Finchè con abili mosse siamo riusciti a distogliere l'attenzione e a farle sparire. La calma è stata ripristinata.




Dopo un po' il chercheur (quello che poi è eccezionale) è andato a prendere il materassone e tutti e 5 i bimbi ci hanno saltato tantissimo su e fatto le capriole. Poi a fine serata ci si sono sdraiati sopra e gli ho letto un libro che hanno molto apprezzato. E' stato proprio un bel momento!



La Torta
Magnifica nelle sue imperfezioni, bellissima e per me commovente.

Stiamo andando alla terza festa di compleanno, quella del bimbo morsicatore. Dopo 2 mesi dalla torta di compleanno, è ora di pubblicare questo post, che ci sia di buon augurio!!!

11 comments:

  1. Il bambino morsicatore avrà almeno la sua torta da mettere sotto i denti :)))

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    1. Sai che è andata benissimo!
      festeggiare all aria aperta ha la sua magia e poi forse crescono, vivaddio!

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  2. anche il mio lui a volte fa un po' il sostenuto e difficile, quello che trova mille se e mille ma a frenare i miei entusiasmi.
    salvo poi sguazzarci dentro. e quindi io non mollo, anzi.

    invece la tua cooking crisis è il corrispettivo di quel che sta capitando a me nei confronti del mio, vecchio, lavoro: solo che una volta tornata a casa non potrei dire al piccolo "oh, tesoro garda sono stata con marmocchi tutto il giorno, ora proprio non ce la faccio più..." oppure avere la nausea all'idea di cambiare un altro pannolino... quindi finchè anche lui non avrà superato la soglia dei tre anni mi sa che è pure meglio se non lavoro, và...
    bacio, a te, alla torta, ai festeggiati e ai compleanni di ieri, di oggi e di domani!

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    1. Si posso capirlo perfettamente e mi piace la tua scelta. A poco a poco io cerco di tornare ai fornelli insieme al piccolo. Ma ammetto cje le uniche volte cje riesco a cucinare con un pizzico di piacere è quando lui non c'è. Io in casa senza di lui evento più unico che raro.

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  3. Bello! sai che all'università mi dissero che i chimici sono in genere bravi in cucina. A me ci vuole un grande sforzo per cominciare a far qualcosa ma poi quando sono lì mi armo di misurini e termometri e seguo scrupolosamente le ricette (per me è impossibile fare a occhio come mia madre, e temo tutta la sua generazione!). E forse per questo non mi rilasso mai veramente, mi sento sempre un po' in laboratorio. Poi a posteriori però sono sempre molto contenta, un po' come il chercheur insomma...

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  4. Termometro? ?!! Io invece non riesco a seguire nessuna ricetta fino alla fine senza che scatti il momento anarchico, variazioni di dosi, ingredienti, ... se sono ispirata il risultato può essere più che soddisfacente. A volte invece. . No. :-) meg

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    1. eh già altro che termometro, ho la sonda a controllo remoto e digitale e persino la cartina al tornasole per controllare il pH...e peso ogni ingrediente con la bilancia digitale, perché dei volumi non mi fido! deformazioni professionali...ora vado a nascondermi...

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    2. Ahah, non so neanche cosa sia la sonda a controllo remoto e digitale.. ti adoro! Meg

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    3. Ma che bello tornare a casa e vedere che le chiacchiere sono andate avanti... metteteve comode che vi offro un caffè.
      Belle siete

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  5. Ma non avevo ancora commentato questo post dalle foto deliziose?

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  6. Prova commenti moderati

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova