07 April 2013

nasce il ripostiglio

Questo blog è nato in Francia. L'ho portato con me negli Stati Uniti, poi in Olanda, poi l'ho messo di nuovo in valigia e ce ne siamo tornati in Francia. Alla fine del 2013, zitto-zitto,  compirà 8 anni.

Mi fa molta impressione pensarlo perché è rimasto a lunghissimo un diario che era sì pubblico, ma neanche poi davvero, in fondo.  Non cercavo links -blogspot non aveva ancora i followers, o se ce li aveva io non li conoscevo. Leggevo molti altri blog, ma non commentavo e me ne stavo nel mio cantuccio. Volevo scrivere, quello sì,  ma in qualche modo non ero pronta per un vero confronto. Insomma c'avevo un blog, ma  non ero mica pronta a fare blog, che alla fine significa soprattutto confrontarsi.
Recentemente ho riletto Squabus da cima a fondo. Ho sistemato un poco le etichette, ho raccolto quel che mi è più simpatico sotto l'etichetta piezz 'e core.  Ci sono cose che avrei voluto cancellare, ma poi non ho fatto. Non ci sono cose che avrei voluto ma non ho postato. Da qualche tempo mi è chiaro che qualcosa è cambiato ed è ancora in corso di cambiamento. Non è la prima fase metablogica e sicuramente ne verranno altre, ognuna diversa. Ogni volta è un po' come se dovessi decidere se liberare Squabus (e cioè chiudere il blog). Ecco, ancora una volta, non sono pronta. Forse invece finalmente sono pronta a farlo questo blog. Il prossimo sarà il trecentesimo post  e voglio farne una cosa simbolica. Creo un ripostiglio.

Volevo, non volevo essere letta. Forse il *pudore* mi ha fatto perdere molto più di quanto avrei potuto *avere* (ma non è la parola che cerco) andando oltre la timidezza e l'insicurezza.  Quel che mi bloccava era il fantasma di un'intimità che non volevo tradire. O forse la vergogna. 
C'è un pensiero che sento prendere forma. Per quanto si possa raccontare, per quanto private possano apparire le cose che si scrivono,  l'intimità si trova oltre ogni cosa dicibile. Tutto quel che si riesce a dire è condivisibile, per sua natura. Incondivisibile è invece l'ignoto, sul quale è importante lavorare, soprattutto se fa paura.
Quanta più paura fanno i contorni della nostra intimità dicibile, tanto più importante e fondamentale  sarà la catarsi. Scriverne.

Così è nato il ripostiglio.


Post Scriptum
L'ho chiamato il ripostiglio per un gioco di parole: ri-post-iglio.
O anche RIP-ost-IGLIO.
Ma soprattutto per contrasto. Se nel ripostiglio ci si ficca tutte quelle cose che non servono ora o non servono mai, qui invece voglio raccogliere le cose che vorrei sempre con me. Oppure che vorrei con me in un altro modo, perchè così come sono non va bene, non mi fanno bene.

Fanno parte del ripostiglio:

Ne faranno mai parte?
  • Perdonare il sollievo  - un post spostato e difficile

10 comments:

  1. Tanti auguri!:)
    Si scrive per tante ragioni, sicuramente anche per essere letti ma non solo.
    Si scrive perche' se ne sente il bisogno (o almeno per me e' cosi') e perche' fa star bene. Perche' come dici tu a volte e' catartico.
    :)
    Fra

    ReplyDelete
  2. Si! Credo che si scrive sempre almeno per essere letti. Almeno per quello. Ma non sempre si è pronti.
    Grazie per gli auguri, li apprezzo molto :)

    ReplyDelete
  3. Spesso scrivere ci fa accedere più velocemente ai nostri pensieri prima che questi possano essere detti ad alta voce...e questo é sicuramente catartico.
    A volte arrivano talmente veloci dalla testa alla mano che rileggendoli sembrano scritti da qualcunaltro ... forse é questo che ci crea "imbarazzo"nel rilleggerli dopo un po' di tempo... sono pensieri veloci che se non li avessimo scritti probabilmente li avremmo dimenticati... proprio come le cose che mettiamo in un RIPOSTIGLIO; le conserviamo lí per una ragione che spesso non esiste piú (o non ricordiamo) quando, dopo un po', le ritroviamo... eppure sono parte di noi...
    Pensa quanti pensieri avresti perso senza il blog...questo é uno scrigno...altro che ripostiglio!! ;-)
    Buon 300esimo post e buona nuova settimana!

    ReplyDelete
    Replies
    1. è vero! tante istantanee si sarebbero perse e di questo sono contenta.
      Purtoppo però se assecondassi l'esigenza di catarsi quell'imbarazzo di cui parli io lo proverei (o l'avrei provato prima e ora non più? non lo so ancora) proprio per quella che sono, ahimè. Questa è la cosa peggiore. Ma forse qualcosa sta cambiando.

      Delete
  4. E' proprio così, cara Squa. L'intimità non la tradisci raccontando. Il racconto è condivisione, anche se fantasioso e non rispondente alla realtà. Pure quando racconti te stesso, mica stai tradendo la tua intimità.
    Per me è un piacere leggerti e farti tantissimi auguri per il tuo blog che non subisce l'azione distruttiva del tempo, e per questo 300esimo post in arrivo. :)

    ReplyDelete
    Replies
    1. il racconto è condivisione
      mi sto ripetendo questo come un mantra
      Grazie Matteo

      Delete
  5. Come sai bene a me aiuta scrivere...eccome se aiuta! Buttare fuori tutto...perché dentro i pensieri potrebbero fermentare...e diventare alcolici. Invece li butto fuori, li analizzo li spezzetto. E fanno meno apura, e tutto sembra avere un senso... Aspetto il 300. :-)

    ReplyDelete
    Replies
    1. è vero, quello che dici è la spiegazione del perchè scrivere è così catartico. Formalizzarlo fuori da se... "fidarsi della semplificazione che se ne è fatto, per forza di cose" e poi guardarlo finalmente in faccia.
      Sul blog credo che possa talvolta diventare anche come un appello, la speranza che anime simili facciano il cammino insieme.

      Delete
  6. Io sono assolutamente nuova dell'ambient...il mio blog ha due scarsi mesi di vita online. Ma qualche anno di vita nella mia testa.
    Per tanto tempo ho pensato di aprirmi e di scrivere e di mostrare quel che scorre nei miei giorni.
    Poi la timidezza, l'insicurezza e un certo pudore mi hanno sempre bloccata.
    Ora che l'ho fatto sembra invece così semplice, così naturale.
    E sono felice di esserci anch'io in questo bizzarro, variegato e colorato mondo bloggesco!
    A condividere, proporre e prendere e raccogliere.

    ReplyDelete
  7. Essere qui da tanto o da poco non conta nulla, quel che è importante è avere voglia di un confronto. E questo quel che intendevo. Il mio nlog è stato un insicuro per 7 anni buoni ed è n peccato, perchè jo scritto anche nwlle cose.
    Grazie della tua traccia, mi ha fatto molto piacere :)

    ReplyDelete

Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova