23 August 2014

Di branco, uteri di forma bizzarra e stronzaggine

Ho aspettato tutta l'estate che mi venissero le parole...  sono arrivate che la pennichella stava finendo e non avevo neanche più batteria per tuittare due scemate.

Mi ha ispirato questo post, perchè lo capisco e parla un po' di quello che sta succedendo a me. Resto seduta a gambe incrociate davanti al mare, in attesa del buon vento. Mi dico che prima o poi arriverà, ma non ho le energie per cercarmelo.


Ho pensato tanto al concetto di branco, questa estate. Che, forse, siccome è un concetto che mi fa rabbrividire, poi è precisamente per quello che resto sola. Non sono capace di unirmi al branco e sciacallare chi ne resta fuori. E non riesco ad argomentare, ma si capisce così, spero. Il capannello di gente che gossippeggia e massacra l'assente o il debole o quello che semplicemente si fa i cazzi suoi mi da il voltastomaco. Allo stesso modo mi da la nausea l'idea di compiacere il gruppo. Però mi rendo conto che alla fine non (com)piaccio neanche me stessa.



Ho pensato che ho passato un anno a bramare relazioni. Poi  è successo, come succede sempre, che sono estremamente esigente e le persone mi deludono e allora finisco per metterci una pietra sopra. Però un cambiamento c'è stato. Stavo per fare di nuovo quella cosa terribile per cui la colpa è sempre mia, anche se allo stesso tempo sento un rancore sordo. Invece alla fine cresco, malgrado tutto, è vero che pur seduta su quella riva statica, divento anche io più saggia e più cauta e più clemente con me stessa e con gli altri. Non è colpa tua se non hai sensibilità, se mi racconti che sei incinta in quel modo e io di impulso, di cuore, gioisco con te, ma poi allontanandomi inizio a non sentirmi bene... empieza a no sentarme bien lo que escuchè - perchè è pur sempre in spagnolo che le penso le cose che ti riguardano, perchè sono sempre lì a mettermi sulla lunghezza d'onda degli altri e alla fine, in genere mi perdo, mi perdo in pensieri formulati in lingue che non sono la mia. Entonces no que no me sienta bien quell'orgoglioso: si tìa a la primera! Al primo tentativo. Tu che sai che sono ormai parecchi mesi che sono delusa e aspetto e sospiro. E mese dopo mese mi mordo le labbra col cuore che mi pizzica. Poi però ti incontro ancora e ancora a vomitarmi addosso le tue nausee e come stai male. No tia de verdad ya no puedo mas. Ad un certo punto taglio corto e prima di lasciarti brusca nel corridoio ci provo a destarti dal loop a una voce in cui ti sei cacciata: "Ti dico una cosa che forse ti farà sentire meglio: sarei grata di sopportare dieci volte queste nausee pur di essere incinta anche io..." Non ti fermi neanche un secondo a riflettere, un attimo dopo stai ancora ribattendo "No tia de verdad". E allora non ci sto ad essere il palcoscenico delle tue nausee, ti saluto e mi allontano veloce. Stai male, hai mille attenuanti e mi dispiace, ma, lo stesso, non ti voglio vedere (però conoscendomi presto sarà si di nuovo).


Poi, incredibilmente, forse perchè il male è contagioso, e l'insensibilità pure, faccio più o meno la stessa cosa con la Carmen. Le uazzappo la mia scoperta, lamentandomene esageratamente. Lei che c'ha il suo bel biglietto della lotteria in mano ed è in fila paziente, pure lei. In fondo io ho già vinto una volta (metafora orrenda, me ne rendo conto, ma tant'è) , mi sto davvero lamentando con lei? Mi sento una merda.


Quel giorni quando esco dalla clinica, dove mi hanno appena detto che ho una sola tuba funzionale, posso solo lontanamente percepire la devastazione che sarebbe non averne neanche una. Cazzo ti piangi, c'hai sempre l'altra e poi i tuoi reni sono a posto. E' un'ottima notizia questa.
L'utero è piuttosto piccolo e a forma di banana, dice la dottoressa che mi ha fatto l'isterosalpingografia facendomi un disegno. Disegna le due ovaie, l'utero a banana collegato alla sinistra, poi fa una croce sulla destra. Malformazione congenita, si chiama utero unicorne, ce l'ha una donna su quattromila, che culo eh?  Significa chances ridotte, ma pur sempre chances, vedi che infatti ti sei già riprodotta? Quindi via andare, senza troppe frigne. Come t'ho detto, avresti pure potuto aver un rene in meno, invece ce li hai tutti e due.

da qui

Nei giorni successivi sono arrabbiata e scatto come una molla per un nonnulla. A parte che le pance fioccano ovunque, paiono fiori a primavera. Ma poi, soprattutto, non ci sto dentro ad assistere muta alla stronzaggine , allora tipo che insulto una persona sull'internet. Una persona che incrocio in rete sempre sprezzante, arrogante, antipatica e che adesso se ne esce che alla fine siamo tutte stronze. Ma manco per niente, guarda. Sarà che io in questo momento sono incattivita, amara e arrabbiata ma non per questo non ho delle ragioni oggettive e sacrosante a sbroccarti in faccia, la rabbia mi fa solo da molla. Non è da me dire a qualcuno guarda che la stronza sei te cocca (il succo del discorso), però a sto giro zitta non riuscivo a starci. Pace.  Passerà. Oddio forse lei ancora neanche lo sa, ha messo la moderazione ai commenti, non ne è apparso ancora nessuno e forse mai apparirà. Pazienza. Ho litigato da sola.


Ma poi mi passa, ah se mi passa.
In realtà mi è già passata, ma per una volta che le parole mi son venute, le libero nell'aere..



8 comments:

  1. tu libera parole, squa bella, libera che qualcuno col retino c'è sempre a prenderle. ora è tardi, e vado a letto. ma presto, prometto, ti scrivo. serena notte.

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  2. Bisognerebbe sempre stare attenti quando si aprono i rubinetti e ci si lamenta con gli altri, specialmente se non si sa bene cosa nascondono dietro la maschera... Spero con tutto il cuore che l'utero a banana e la tuba solitaria si alleino molto presto a tuo favore! ;)

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  3. No, senti. Il branco... non è che "non si è capaci". E' che proprio NON SI DEVE fare. Point.
    Ecchediamine. Il mondo è già abbastanza incivile e doloroso senza che ci dobbiamo mettere anche noi a bramare di renderlo peggiore. La solitudine ne è il prezzo, ma forse il mondo è un minimo niente migliore.

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  4. Pardon, ho letto adesso il resto del post. Auguri, banana, unicorno o quel che sia :-).
    Ma perché arrabbiarsi tanto?

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  5. Negli ultimi tempi sto soffrendo più del solito le conseguenze della “socializzazione”, il fatto che per far gruppo sembra necessario escludere qualcuno, che non si riesca a parlare alle spalle degli assenti, che ci si senta uniti solo contro qualcuno o qualcosa e che questa unione porti solo a chiacchiere sul niente. Mi sto un po’ stancando e quindi staccando…
    Un abbraccio

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  6. "...chances ridotte, ma pur sempre chances..." è il giusto modo di pensare, anche se non è facile per niente.
    Non cercare comprensione nelle persone che non ci sono passate e che non possiedono la giusta delicatezza, l'intelligenza per trattare certi argomenti. È una battaglia persa in partenza.
    Sfogarsi fa bene, ma cerca di non prendertela troppo. I rapporti umani sono un gran casino e non solo quelli, purtroppo.
    Ti abbraccio

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  7. Ti stringo forte! E abbasso il branco, che tollero sempre meno pure io!

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova