29 March 2013

Iso-lamento

Il dodicesimo giorno


Al dodicesimo giorno di semi-reclusione abbiamo cominciato a dare segni di squilibrio. Virus intestinale debellato, altri malanni sembravano rientrati nella norma. Eppure al dodicesimo giorno ho sentito il crack. Era un avvertimento che ho preso molto sul serio.
Per fortuna oggi, che è il quattordicesimo giorno, l'isolamento finisce. Con oggi basta mamma, papà (quando non lavora o non parte) e Pistacchio isolati. Andiamo in vacanza con la zia Mila, zio Sciro, Teta (la nipotina della varicella spaziale), la sorellina piccoletta e pure il cane Iuppidù. Santa zia Mila che si è occupata di tutto con l'entusisamo e la managerialità che la caratterizza. Ci porta tutti in vacanza.  A metà strada tra loro e noi, che al momento siamo ancora qui sull'isola. Torneremo lunedì. Poi martedì sarà una vita nuova di pacca. Gulp. Il gulp mi accompagna sempre.

28 March 2013

I bambini e la comunità

Parole da incorniciare

Sto leggendo un sacco di blog ultimamente. E tra l'altro un sacco di blog che non conoscevo. Ma dove sono stata io negli ultimi due anni e giù di lì? Un idea ce l'ho anche. E comunque, quanto mi sono persa... Manca poco all'inizio di una nuova vita -che mi spaventa molto- nella quale molto probabilmente non riuscirò a tenere questo ritmo e me ne dispiaccio preventivamente.

Spesso leggo cose che andrebbero incorniciate, per così dire. Cose proprio importanti, utili, inspirational o semplicemente belle. Mentre il blog scorre via, per definizione, da oggi provo a farne istantanee che so un giorno avrò voglia di riguardare.


Sono due i post che voglio incorniciare oggi. Entrambi parlano di bambini e comunità.

Marzia, per l'ennesima volta di fronte alle sue ferite, fa un appello che in fondo è semplice, e toccante. Alcuni bambini sono più impegnativi di altri. Alcuni ingredienti per facilitare l'esistenza (di tutti): sospendere il giudizio e tendere una mano.

Marco, che vive millemiglia altrove, scrive quella che per alcuni versi sembra una risposta -ante litteram- all'appello di Marzia. Ci sono bambini che soffrono più degli altri e possono essere problematici. E' giusto escluderli? Questi bambini sono di tutti.


Son tempi in cui sto toccando con mano la mancanza di comunità. Ma aggiungere del mio qui mi sembra che stoni, forse lo faccio separatamente.

25 March 2013

Inno all'energia

un post musicale

Reduci dal virus intestinale e diversi altri per-fortuna-piccoli malanni.
A punto di trasformarci da Genitori a quattromani in Genitori a quattromani e due lavori a tempo pieno... appena una settimana dall'ora X. Intanto la primavera si fa desiderare. Insomma qui c'è assolutamente bisogno di energia.
Io e Pistacchio facciamo un bellissimo gioco che ha a che fare proprio con l'energia, che qui invoco in maniera sistemica, pandemica, globale e totale.

24 March 2013

Biùtiful

Quella simpatica mattacchiona di Fede  a.k.a. Cronache Unte mi ha premiata
 
Ovviamente la ringrazio tanto, troppo buona.
Leggo le sue Cronache Unte fin da quando erano altamente digeribili e scritte da Cincinnati, ai tempi scriveva pure Messiah also known as: il Pucciu! Esilaranti i loro battibecchi! Poi è passata tanta acqua sotto i ponti, 452 traslochi ed espatri ciascuna, e soprattutto sono arrivati la Squatter e il Pistacchio. A pochissimi giorni di distanza, anche se lei in ritardo, lui in anticipo. Ho già cercato di fidanzarli, programmaticamente, ma con una mamma femminista lotta dura la mia. 

 
Fede! Mi hai fatto un bello scherzetto, io me ne vado in panico in queste cose. Vabbè dai, prendo un'aria casual e mi appresto a seguire le regole del gioco.



19 March 2013

Genitori a quattro mani


Caro Pistacchio,

devi sapere che genitori a quattro mani lo siamo stati fin dal primo giorno. 

Fin dall'affacciarsi delle due lineette. I tempi erano così duri che sentivamo di doverlo dire alle persone più vicine, anche se era davvero troppo presto. Come dire, se non ci riusciamo noi, aiutateci voi a difenderci da  tutta quella sofferenza, capitata esattamente insieme alla gioia più grande. Così, per proteggerti, abbiamo annunciato subitissimo che eravamo incinti.
Eravamo così indissolubilmente incinti che siamo andati insieme mano nella mano a praticamente ogni visita ed ecografia. Ci tenevamo per mano e ci commuovevamo a sentire il tuo cuore.

Genitori a quattro mani perchè lo siamo spesso letteralmente. Per tutte quelle volte che ci troviamo in  tre sul fasciatoio... sembrerà assurdo a chi non pratica il parenting a quattro mani, ma fin dalle tue prime settimane abbiamo trovato molto meno faticoso cambiarti insieme tutte le volte che era possibile, piuttosto che cambiarti da soli la metà delle volte. Non significa che non ne siamo ed eravamo perfettamente capaci individualmente. Solo che a quattro mani è più facile... e anche bello.  Si chiama effetto cooperativo e non è una nostra scoperta.

16 March 2013

Mamma che lavora a tempo pieno. Ma chi io? (Gulp)

Un post che vuole raccontare una situazione vissuta come discriminazione di genere.  
Impercettibile, involontaria ed inconsapevole, quindi pure in qualche modo peggiore.
Un post forse (ma forse, non so mica) un po' paranoico che spera di essere letto e commentato anche da uomini. Così per capire il livello di paranoia registrato da altri da me. Altri anche in senso di genere.


Era gennaio. Un gruppo del centro nazionale di ricerca francese mi contatta. Il curriculum fitta, le mie motivazioni giudicate molto buone, mi invitano quindi per un colloquio con il direttore del gruppo, poi un secondo coi suoi collaboratori. Il direttore mi offre il posto ed allora io avanzo la mia richiesta di un contratto all'80%. Dice che si informa, poi organizza un incontro per discuterne con quella che chiama la gestionnaire (che già suona malissimo, pòrella - n.d.Squa: sarebbe la segretaria amministrativa dell'istituto). Essendo un posto in una struttura pubblica, sapevo già che non ci sarebbe stato il minimo spazio per negoziare alcunchè a livello economico.

Ma a me più che della pecunia, interessa del mio tempo. Anche se non c'è spazio a negoziare niente altro sono comunque fermamente decisa a difendere almeno il Mamadag

14 March 2013

Elucubrazioni su 3,4,5 giorni di nido

Sottotitolo: Papadag non pervenuto e anche Mamadag minacciato
Intimamente e sinceramente disposta a volgere al nuovo, al bello, al sole... il problema è che mi sento fisicamente ed oggettivamente una ciofeca. Al momento reduce dal quinto o sesto piccolo ma invalidante malanno da quando il 2013 è tra noi. Come non bastasse, anche un maldischiena tutto nuovo, che quelli di prima si erano stufati di me ed hanno mandato il compare sconosciuto, ugualmente rompipalle, ma di diversa natura.
Intanto il tempo sta per scadere e tra due settimane o poco più mi ritroverò tra i banchi di un nuovo lavoro.


08 March 2013

Mamadag

Sottotitolo: la mia esigenza di parità

Disclaimer: le cose che racconto e i dettagli che preciso, si riferiscono al pezzettino di mondo in cui ho vissuto io: un lavoro in una università di una piccola cittadina medievale e deliziosa. Potrebbero non applicarsi ad altri contesti olandesi


Mamadag, parola olandese (e figurarsi se non si tornava all'Olanda... mi si perdonerà) che significa giorno della mamma. E' quel giorno della settimana che la maggiorparte delle mamme lavoratrici olandesi stanno a casa dal lavoro per i primi anni di vita dei loro figli. Ripeto ancora una volta che questo applica per lo meno alla realtà che ho vissuto io.


05 March 2013

Dell'abbracciare gli sconosciuti


Voglio proseguire la lotta a quella timidezza, insicurezza -o chissà cos'è esattamente- di cui parlavo più giù. Sento che deve diventare top priority, perchè che cosa siamo se non siamo interazione con l'altro?

Oggi volevo abbracciare una persona. Volevo scrivere digitalmente: ti abbraccio, ad una persona che non ho mai visto, ma di cui leggo. E' una cosa che in genere non faccio, mi suona totalmente stupido, anche finto, scrivere una cosa così intima ad uno sconosciuto.
 Poi però mi è venuto in mente di quel giorno che passeggiavo per la cittadina medievale olandese. C'era mio padre in visita, che -tutto tronfio- spingeva il Pistacchietto nel passeggino. Io non mi sentivo un granchè bene, giù di tono, non ricordo assolutamente perchè e non ha neppure importanza ai fini della storia.


03 March 2013

Metti DAVVERO una passeggiata con Biancume


Prego andare a visitare il post gemello più bello su VolevoChiamarleFrida
A spasso con Bianca per il quartiere di Figuerolles (Montpellier) e dintorni

Ho incontrato Bianca un venerdì mattina di sole e cielo blu. Lei aveva già cominciato la sua photo-session. Sono scesa dal tram a Plan Cabanes e ci siamo subito infilate nei vicoletti.


Questo è lo scorcio che sicuramente ci è piaciuto di più. Una libreria dall'aria intrigante. Eravamo troppo settate in modalità street-view per pensare di entrarci. Ci sarà occasione.


Metti una passeggiata con Biancume - l'Antefatto

Sottotitolo:  quando l'antefatto fa già post

...e però l'antefatto serve.

La non-depressione viene tenuta a bada.. o per lo meno non è più bianca accecante,  ma a colori pastello, gentili e pure carezzevoli. Ancora tanta strada da fare, sicuro.  Ma intanto il mood resta settato sul pogramma pazienza ed ottimismo.

Una delle svolte l'ho segnata (qui immaginarsi Squabus che fa: goooooooooool) a metà gennaio - spesso momento di crisi e rinascita. Laptop in grembo, ho pigiato sui tasti
blog mamma montpellier
Zio Google è stato gentile con me, restituendomi in uscita tanta speranza e colore, sotto forma di Bianca a.k.a. Biancume e il suo bel blog VolevoChiamarleFrida. Prima mi sono divorata i suoi archivi, in modalità maratona-lost (similitudine che regge se lost vi ha agganciati peggio dell'eroina). Poi ho fatto qualcosa che ha stupito me per prima: una cosa semplice quanto rivoluzionaria nel mondo di Squa: le ho scritto una mail invitandola a fare due chiacchiere. Semplice ed essenziale. Soprattutto per me che me ne stavo in silenzio e solitudine da 3 mesi, escludendo il Natale e gli uomini di casa. Così, un sabato mattina di pioggia, mentre il chercheur mi diceva "tu sei tutta pazza", io aprivo l'ombrello, prendevo il tram alla fermata del quartiere senz'anima e correvo in centro ad incontrare Bianca.