30 August 2011

grieving

Ci tempesta di email per finalizzare il ricordino che vuole spedire a tutti coloro che hanno partecipato al lutto.


Partecipato al lutto, che orrore di frase. Ci pensavo. In italiano non ce l'abbiamo un modo "migliore" per verbalizzarlo. Non l'ho trovato neppure in spagnolo o in francese. In inglese si: to grieve. E' efficace perche' e' un verbo, descrive un'azione. Cioe' tu sei li' e quello fai. Puo' sembrare che soltanto guardi fuori, cammini su e giu' per la stanza milioni di volte, mangi (troppo) cioccolato, vai al mare -quello li'- per una settimana e te lo guardi tutto, ti svegli all'alba e ti vengono i pensieri, esci e compri quel paio di scarpe, ti rannicchi sul divano e speri che i singhiozzi si calmino, vai a nuotare... ma quello stai facendo: you grieve.

And I keep grieving, pero' per il ricordino non mi esce niente. L'unica cosa che mi viene in mente, ma che non gli diro' mai e continuera' solo a devastarmi da dentro, e' che se avesse impiegato un decimo di questa energia per Lei in vita.... chissa'. Questa e' la parte di grief che non riesco a sostenere, anche perche' mi tocca sostenerla da sola. Lo distruggerei e non e' quello il fine.

Forse e' ora di richiamare la signora Maria.


Ho fatto un fioretto, per ogni pensiero di morte, uno di vita subito dopo. Non necessariamente il contrario, perche' e' la vita quella che deve andare avanti. Quindi -a volte- i pensieri verranno in coppia....

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova