29 December 2010

niente paura e' solo natale

(no subject)


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Squabus
to me

show details 1:29 PM (1 minute ago)




Mi chiudo in bagno, quello stesso bagno.

Le parole mi arrivavano in flusso continuo, mentre camminavo sotto il sole ghiacciato. Camminavo silenziosa con quel "pensiero a scrittura" per la testa, ma gia' sapevo che una volta raggiunta la tastiera, non sarebbe stato come prima. Ho le mani ghiacciate.

Diceva: Squa ma il tuo blog?

Il mio blog non c'e' tempo o non c'e' luogo. Ci fossero entrambi nello stesso momento....
Dieci giorni che sono figlia, sono sorella, sono cugina, sono fidanzata, sono amica. E sono anche zia di nuovo... che bello.
Sono un sacco di cose, ma non sono; io, solo io

Piango sotto il sole ghiacciato. Non posso nascondermi. Vede, mi chiede. Non capisce. Non ci sta. Mi vuole con se, anche triste e sconsolata.
Non riesco piu' a smettere, e' la sola cosa che posso fare ora e comunque non so dov'e' l'interruttore...

Facciamo che parto: vado in vacanza, questo non e' staccare la spina: questo e' accanirsi ad un altra serie di cose da incastrare, da far funzionare. Enorme fatica. Anche piacere certo, ma al prezzo di una fatica incommensurabile. Li voglio tutti felici, fratelli, cugini, nipoti. Com'e' banale. Questa non e' poesia, questo non e' blog. Questo e' tirare fuori qualcosa cosi' com'e' e come viene. Brutto e banale. Chiusa a chiave in bagno. Sempre quello.

Ed io? Io prendo il treno domani, mi porto la tastiera e fogli di carta bianca.... 2 ore e mezza non basteranno, troppo poche, ma saranno qualcosa. Io vado: un posto nuovo, persone nuove. Quasi amici, tanto freddo e stare insieme. Forse scrivo anche il blog. Pero' ora smetto di piangere, giuro. Ora esco dal bagno e sorrido di nuovo.
Ma chi mi cerca mi trova. Mai stata piu' presente. Lascia solo che mi riprendo, ricarico le pile e saro' piu' presente che mai.... Pero' cercami tu la prossima volta, io mi riposo. Pero' me, non la figlia, la zia e la cugina....


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23 December 2010

sola un secondo

resto sola un attimo, solo un attimo, oggi
per venire a dire al mio blog che siamo diventate zie di nuovo oggi
Che bello essere zie!

baci da zia Squa

18 September 2010

voglio piu''''' tempo

... piu' che un post un urlo di dolore

Che peccato che non ho il tempo per scrivere un posttttttttttttt sulla SantaLunga
Sono cosi' ispirata ma ho da fare mille cose
ma io l'ho mai scritto un post sulla santa lunga?
sul carrefour sicuro si...

arrivera' il momento

piu' che un urlo di dolore, una minaccia

14 September 2010

Io Yogo - parte I: il verde


Avvertimento: il post piu' sconclusionato della storia.
E molti piu' a venire, altrimenti non scrivo piu'. E neanche controllero' l'ortografia e neanche convertiro' questi maledetti, unici, accenti che la mia tastiera mi concede (questi: ') . BAsta. Leggerezza. Come viene. Non ho tempo per correggere accenti. Non voglio averlo: e' piu' onesto. Avvertitimento finito.


Agosto, si e' capito: non e' pervenuto.
Settembre invece e' qui e lotta insieme a noi. E' una lotta non violenta che sa di yoga e di verde. La parola Yoga, il concetto Yoga, si sta declinando, o coniugando dovrei dire, intorno a me. Io Yogo. E Yoghero' sempre di piu', e' stato deciso. Senza neanche troppo consultarmi.

Ci sono -infatti- almeno due cose bellissime in terra Olandica, che stanno lottando-non-violentemente in questo Settembre. Una e' il verde. Che con tutta questa pioggia, proprio straripa (che verbo e'?). Che' quindi, se il verde e' amico tuo, ami anche la pioggia alla fine. E questa e' pura strategia vincente in terra Olandica. E quindi con o senza pioggia, ma soprattutto (e spesso, proprio a livello statistico) dopo la pioggia: tu -io- prendi e vai nel bosco, dove -a parte quell'ODORE inebriante di erba fresca, bagnata dalla pioggia- fiumi di verde per gli occhi, di tante tonalita'. E soprattutto quel verde, proprio erba fresca***.

Il verde erba fresca fa bene allo spirito ed e' il mio migliore amico. Che si pensa che io ami il blu. Si vabbo' certo. Pero' il verde quasi mi sa' di piu'.
La terapia di Agosto (che anche se non e' pervenuto, il suo contributo l'ha dato, poverino): era mollare tutto ed andare nel bosco. No matter what. Il bosco, devo pedalare 15 minuti da casa per andarci. Esci dalla cittadina, dal lato nord-est ed arrivi al "bosco della cittadina". Ed e' bello che non sei nella cittadina, sei fuori, appena fuori, ma sempre fuori. Pero' sei li'. Dopo settimane di diluvio oftalmico incontrollabile, ci sono volute 5 o 6 "sedute" al bosco cittadino per arginare le mareggiate. Dopo 5 o 6 sedute, la pioggia oftalmica cominciava incredibilmente, appena varcato il primo sentiero tra gli alberi. Solo appena li'. Come se mi trattenessi nella missione di dover dare da bere all'erba, a rinfrescarla.
5 o 6 sedute, dicevo. Sedute che, dopo un giretto nel bosco, proprio mi sedevo su un porticciolo del laghetto e guardavo le papere, le nuvole, o i pescatori o quel signore anziano che ogni giorno si faceva la sua nuotatina- che io ad un certo punto mi sono sentita molto snob che io non mi sarei mai tuffata nel lago, troppo palustre, con i rametti, gli insettini, le foglie eccetera. E invece ora ci sto pensando, che vorrei esserne capace. Quindi andavo al bosco cittadino -che sara' cittadino ma e' selvaggio, lussureggiante, verdissimo- la piu' parte delle volte sola, qualche rara volta col chercheur. Che si sedeva affianco a me sul porticciolo ed indovinate che faceva? Lui si metteva li' e studiava il comportamento delle varie papere. Perche' quello e' chercheur dentro.

Poi c'e' almeno un'altra cosa bellissima in terra olandica -che era quello che volevo raccontare- ma siccome e' meno poetica, prima ci volevano fiumi di verde e quindi quella la racconto un'altra volta.

Ora vado a fare colazione
Mi sa che son tornata.


***Questo verde qui, che ha fotografato GianMuga in Olandia.

01 July 2010

volto pagina

... piu' che un post, la fine del capitolo, si spera

Eccoci qua:
sto aspettando la mezzanotte, che a mezzanotte è Luglio e Giugno sarà passato ed io, simbolicamente, volto pagina. Ecco, vado a dormire con la guida della Turchia sottobraccio, poi, tra poco, parto per la Turchia, un po' come in fuga. Col mio fidanzato che 'sta volta proprio deve aver detto "ci penso io, ti porto in Turchia", perchè io nè me lo ricordo com'è andata, che doveva essere Spagna e Portogallo, ma poi forse non era voltare pagina abbastanza ed allora è stata Turchia, come suona bene Turchia. Voltare pagina, basta, non pensarci piu'. Che a chi lo dicevo? Che io sto parlando troppo di questi tempi, per ventilare tutta 'sta bruttura insensata che mi passava dentro, a chi lo dicevo che il terrore è che una volta voltata pagina, quella seguente è uguale a quella di prima? Non lo so a chi lo dicevo, ma non ci pensiamo. Istanbul, Cappadocia e poi tanto, tanto mare. Magari di pagine ne voltiamo anche piu' d'una.
Eccoci, quasi mezzanotte, ma per me è già psicologicamente Luglio e me ne vado a nanna. Con la Turchia sottobraccio.

14 June 2010

bruciata fuori


dice

Poi il capo ed il dottore hanno usato la stessa, fastidiosa, parola

Squabus don't be so hard on you: you are anyway functioning - ha detto uno
Are you still functioning? - ha chiesto l'altro

Me ne fregasse -profondamente, intrinsecamente- qualcosa del prodotto della funzione.
L'unica cosa che davvero mi preme e' trovare il rubinetto.
Ho chiamato una massaggiatrice -una decina di giorni fa- dice che e' in vacanza fino a fine luglio. Ho deglutito. Un'altra oggi non ha risposto. Forse pero' mi serve un idraulico.

Ed anche giugno se ne andato gia' per meta'

... piu' che un post un annuncio A.A.A. cercansi...

07 June 2010

in attesa

... piu' che un post una danza propiziatoria

Maggio: non pervenuto
Si attende giugno, che dopo un breve abbaglio di baldanza, è tornato a latitare come aveva iniziato.

Un po' di preoccupazione

04 April 2010

Leggermente infelice, dicevo.



Ci sono vite completamente diverse.

Vite che sorridi, oppure che hai l'aria melancolica e non te la togli piu' di dosso. Resti intrappolato.
Vite che scrivi il diario e vite che corri, corri e non ti fermi mai.
Che non hai tempo, vite che ne hai troppo e si spreca.
Vite che aspetti e che ti fai aspettare.
Vite che ti chiudi in bagno e -ancora- aspetti.
Che piangi disperata e vite che ti viene la stupidera e non smetti piu' di ridere.
Vite che e' peccato.
Vite di diverso odore, puzza, sapore, colore. Pensieri.
Vite pedalando e vite a quattro ruote




Sabato.
Esco sotto la pioggia con il mio nuovo kway azzurro.
Salgo in macchina, continuo a sentire puzza. Milano puzza e ieri mi si sono formate quelle caccole nere nel naso. Me le ero dimenticate.

Vado a pranzo dalla nipotina, non succede spesso.
(Vite che per fortuna c'e' cosi' tanta speranza...)
Dopo pranzo ci mettiamo a fare disegnini da scambiarci. Disegneremo ininterrottamente per 3 ore. Siamo allegre, copiamo l'una quello che disegna l'altra. Solo che lei ha piu' talento.
(Vite che non hai mai imparato a disegnare, vite che non riesci a smettere)
Dico che i suoi disegni mi fanno pensare al piccolo principe. F. mi dice che e' una strana coincidenza, che proprio ieri sera degli amici le citavano il piccolo principe e che lei non lo conosce. Per me e' chiarissimo che ho una missione da compiere. Penso che sia bellissimo che questa mamma legga per la prima volta il piccolo principe con la sua bimba seienne.

Quando le lascio vado nell'unica libreria dell'hinterland che conosco. Chiedo alla ragazza al banco il piccolo principe, edizione illustrata per favore. Ne esisteranno non illustrate? Poi mi domando, che senso avrebbe? Dal retro mi raggiunge la voce del libraio. No, non puoi comprarlo alla tua eta', non lo capiresti. Sorrido. Lascia quel che stava facendo per venire a parlare con me del piccolo principe. Non e' per me, gli spiego tutta la storia: e' per mia nipote e sua mamma, io l'ho gia' letto. In quattro lingue vorrei aggiungere, ma non si fa. Non si fa eppure e' cosi' importante.
Mi fa cosi' piacere questa chiacchierata. Penso al blog di Viola. Gli dico: ne approfitto, mi consiglia un libro? Forse lo prendo di sorpresa, tergiversa. Mi propone La donna abitata di Gioconda Belli ed io capisco che me ne andro' via con un bel libro. Ma un altro, quello l'ho gia' letto e mi e' molto piaciuto.
Il libro te lo cerca la mia compagna, tu vieni a berti un caffe' mi dice. Entra in scena anche la libraia, che ha un aspetto cosi' dolce e rassicurante. Io invece mi sento in un turbinio. Vado a bere il caffe'. Confesso che i libri, i pochissimi libri che leggo di questi tempi, li compro su amazone. E' un po' inorridito. A me questo -di parlare del piccolo principe con il libraio- non e' mai successo, dico. Mi chiede l'hai mai cercato?, lo sguardo sembra duro, quasi mi stesse rimproverando perche' non sei venuta da me prima? Ero troppo infelice per parlare con il mio libraio del piccolo principe.
Gli racconto della libraia bloggher.

Quando torniamo, sul bancone ci sono 4 libri. Il primo della pila e' L'insostenibile leggerezza dell'essere. Sorrido. E' il libro piu' bello che ho mai letto. Non me lo ricordo. Io ho la sindrome da amnesia post libro. Ricordo solo lo stato d'animo che avevo prima, durante e dopo un libro. Non il libro in se'. Mi racconta che cosa ha significato per lei. E' stata come la chiave, dice. Ho desiderio di rileggerlo, la mia copia. Ma e' chiusa, inchellophanata in un armadio, ospite. Ho improvvisamente una nostalgia fulminante per i miei libri. Rinchiusi li' al buio. Come staranno?
Me ne vado col secondo della pila: L'ombra del vento Carlos Ruiz Zafón. Chiedo alla libraia se secondo lei i libri possono anche fare danni. Sorride come avessi detto una schiocchezza. Invece io sono seria, se i libri possono essere salvifichi, perche' non anche pericolosi?
La libraia mi piace molto. Il libraio mi ha detto di non chiamarla signora libraia. Il libraio e' comunista. Me ne vado rallegrata. Ci siamo rallegrati a vicenda, credo.
(Vite di sfortuna e vite che a volte vinci alla lotteria. Certo devi giocare.)
Uscita dalla porta vado d'istinto a sinistra. Poi mi guardo intorno. Mi sento come Alice che torna da Wonderland. Ci metto qualche secondo a riorientarmi. Dove sono. Dove devo andare. A destra, dovevo girare a destra, torno sui miei passi. Una macchia azzurra sotto la pioggerellina milanese.

Poi mi compro un rossetto rosso. Atomic red numero 12
C'e' la vita consumista, ma c'e' anche la vita che e' importante che tu i tuoi guadagni, vai in un posto dove si fa del mercato e tu fai a cambio: un po' dei tuoi guadagni per un rossetto atomico. E' cosi' incredibilmente importante.
Poi ho tradito le righe per i pois. Svolta a pois.

Provo a lasciare un commento alla libraia bloggher.
Scrivo ad Haccache ha amato molto il piccolo principe - e le racconto.

La mia giornata si chiude con questo circolo bizzarro.
Leggermente infelice ma vivissima. E rossa.



Per voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia nell’universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa.
Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia...

03 April 2010

E.T.





Faccio le valige in fretta e furia, neanche minimamente pronta mentalmente al fatto che si parte, si va in un altro paese, si pseudo-torna in un posto che non si riesce piu' a concepire come casa.
Volando nell'aere invece entro in un particolare mood, tipo voglio fare 450 cose, vedere 540 persone, andare, vedere, fare e disfare. Appena atterro in terra meneghina invece, vengo fagocitata in un buco nero. Succede sempre cosi', alla fine. Passo tre quarti di venerdi in casa. A lavorare. Risolvo anche un bel rompicapo che era in sospeso, se non ho preso fischi per fiaschi. Fuori, al di la delle impalcature di una ristrutturazione che dura da anni e credo non finira' mai, il cielo e' blu, il sole e' splendente. Io tergiverso. Poi mi decido, esco fuori dal paesello, vado a Milano. Mi incammino alla metropolitana.
Fermata porta venezia, dalle impalcature a qui ci e' voluta un'ora esatta. Quite a trip. Scendo, in cuffia les nummer tweeëntwintig, mi metto a passeggiare per buenos aires, guardo le vetrine, la gente, vado su e giu. Mi sembrano tutti marziani, sono molto affascinata. Mi sento molto ragazza di provincia, fuori posto nell'abbigliamento e nelle movenze. Voglio un gelato. Sono perplessa dal fatto che posso entrare e chiedere un gelato in perfetta lingua locale. Mi compro uno strepitoso kway blu. Mi servira'. Mentre cammino, mi rendo conto che sono leggermente infelice. Voglio tornare a casa


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04 March 2010

Squabus corre

...questo post ha delle controindicazioni

Stamattina Squa si e' alzata alle 6 e 19. Senza sveglia, cosi', lei si sveglia quasi sempre prima dell'alba. Nel week end subito dopo l'alba. E' abituata cosi'. Pensava di svegliarsi al sorgere del sole, ma alle 6 e 19 ancora il sole non sorge.
Squa si e' alzata alle 6 e 19. E' andata giu' per le scale in punta di piedi ed ha acceso il laptop. Dimenticandosi di inserire le cuffie nell'ugello apposito, cosi' alle 6 e 20 circa il motivetto di WindowsVista e' risuonato nella casetta di due piani e mezz(anina). Chissa' se il chercheur l'ha sentito, se l'ha sentito ha smadonnato appresso a billgates e tutta la sua progenie. Perche' lui odia window$, $vista poi...
Comunque mi sto perdendo in ciance. Il punto e' che svegliatasi alle 6 e 19, Squabus si e' diretta al laptop ed ha dato inizio alla sessione mattutina di esercizi di olandese. Les 18, lezione sui canali televisivi. Vabbo'. Sempre meglio che quello sulle dighe o quella sul sistema scolastico, che avevo promesso che la postavo qui o sul nuovo google-buzz, che ancora non e' diventato il mio secondo blog, ma ci manca poco. Dopo un'ora buona di esercizio e di scrittura di un paio di email preventive, Squabus si e' preparata e si e' diretta al lavoro. Erano le 8.30. Squabus ha sbrigato un paio di faccende, che ve le racconto solo perche' rendono il ritmo. Ha purificato 3 prodotti di PCR, ha corso un gel elettroforesi, ha misurato l'OD dell'ultima cultura che doveva controllare oggi. Poi ha preparato una analisi di restrizione. 24 tubi totali che ha messo a 37 gradi. Alle 10.30 ha ingollato un tost freddo con una fetta di formaggio, che ha attraversato la trachea in un sol blocco, che manco un pitone. Ha inforcato la bici e si e' diretta in un altro edificio, per fortuna non troppo lontano, non senza cedere all'ebbrezza del contromano per fare prima. Si e' seduta alle 10.45 spaccate in seconda fila per la prima lezione della seconda parte del corso di biotecnologie. Insegnato rigorosamente in lingua olandica. Il prof della seconda parte del corso sembra babbo natale ed usa i lucidi che si usavano ai miei tempi. Fa anche un uso massivo della lavagna, sviando dalla struttura delle dispense. Cosa che fa che quando non capisco di cosa sta parlando (e quindi il 75% delle volte) sono fottuta. Per fortuna le dispense della seconda parte sono in inglese. Quelle della prima parte pero' no. Che chi me l'ha fatto fare? Perche' io mi voglio cosi' male? Alle 12.30 la lezione e' finita e Squa ha rinforcato la bicicletta ed e' tornata in laboratorio. Ha caricato un altro gel, questa volta con i 24 tubi dell'analisi di restrizione. Ha puntato il timer: tra 30 minuti e' pronto, Squabus ha tempo per pranzare e mangia un altro tost, con un'altra fetta di formaggio (che ormai e' il pasto preferito) questa volta caldo. Mentre si massaggiava i polpacci che riposavano dolorosamente sulla sedia, a Squabus e' venuto il dubbio di non avere mai acceso l'apparato, quindi il timer ahivolgia che ti suona, qui non aprira' nessuno. Tornata sul luogo del misfatto ha constatato che no, non aveva premuto su on, quindi -ora si- ha premuto su on ed ha arripuntato il timer. E' andata a fare delle cose che non mi ricordo, ma di certo non corrispondevano al concetto di riposo. Ah si, ha lottato con una pipetta che non funzionava piu', dopo averla smontata e rimontata 3 volte esattente alla stessa maniera ha ripreso a funzionare. Bho. Ha mandato delle email che doveva proprio mandare. Il gel annunciava in parte buone notizie, in parte no. Vabbo'. Ha dato un aiutino piccolo nel trasloco di un laboratorio, finche' si e' resa conto che non ce l'avrebbe mai fatta a finire le sue cose ed allora Squabus ha abbandonato il trasloco. Ha depositato 12 colonie in una miscela di brodo di cultura e glicerolo per poterle congelare piu' contente. Ha attaccato una miriade di etichette per archiviare come si deve tutti i campioni processati negli ultimi 2 giorni.
Alle 17.45, esattamente quando doveva essere altrove, Squa ha rinforcato la bici e si e' diretta al corso di olandese. Arrivata con 10 minuti di ritardo, ha avuto 10 minuti di meno per fare il test di grammatica che toccava oggi. Comunque 85%, non male. Oggi c'era Piet che e' il suo insegnante di lingua preferito ever and ever. Nella conversazione a coppie a tema 'racconta come sono le televisioni nel tuo paese' Squabus ha raccontato di berlusconi e del divieto di approfondimento politico. Mentre Piet si avvicinava per dare un voto alla conversazione, sente Squabus esclamare che praticamente e' come avere un re. Piet si offende che' avere un re non e' mica cosi' male, che semmai quella e' dittatura. Squabus ne conviene. Dopo la lezione con Piet, si rinforca tutti la bici per dirigersi in un altro edificio per il test di listen and comprehension. Tutti contro oggi, ma perche' non si svolge tutto nello stesso edificio? Tipo a casa mia.
Squabus rinforca la bici, questa volta per guadagnare la via di casa. Si doccia. Mentre si doccia ascolta la lezione numero 19 sul matrimonio. Ma non riesce a concentrarsi. Pensa ad altro. Mette un minimo di ordine nel caos, che' lunedi' prossimo abbiamo un graditissimo ospite per tutta la settimana ed il chercheur e' partito oggi per parigi. Cosi', en passant, per partecipare ad un concorso della funzione pubblica per l'organo di ricerca statale francese. Succedono cose, mentre Squabus va da un edificio all'altro. Poi prepara una valigia minima, perche' domani parte anche lei, ma per milano, molto meno esotico. Parte con l'aereo delle 7.25, il che vuol dire che deve prendere il treno alle 5.15. Significa che la sveglia e' puntata alle 4.30. Si' che e' abituata a svegliarsi presto, ma qui si esagera.
Si siedo a mangiare due pomodori col tonno, che allegria, apre la pagina di republica
Olanda, boom del partito xenofobo
Andiamo bene. Aveva facolta' di voto e non e' andata a votare. Si sente una cacca.

Apre le dispense-per-fortuna in inglese. Ci prova. Erano le 21.40 quando le ha abbandonate ed ha deciso di scrivere questo post schifossimo. Adesso sono le 22.30 e Squabus proverebbe a rimettersia studiare. Ma forse anche no.



Buonanotte.

20 February 2010

superumanita'

... piu' che un post la scoperta della bomba atomica

ho resistito 3 settimane lottando strenuamente con tutto il grandaffare che citavo poc'anzi.
E' come se correvo correvo correvo, verso imparare l'olandese, e cucire, e recitare, e questo, e quello. Vai vai, ce la fai. E studia e pedala. Poi, un po' come Forrest Gump, ho smesso di correre ammettendo: 'sono un po' stanchina'. Mi ha fatto impressione il momento esatto in cui mi sono fermata: mi sono come dovuta domandare dove fossi, paurosamente spaesata. Strana sensazione.
E mi e' venuto uno di quegli attacchi di pigrizia che te lo auguro. Impasse. Loop. Crash. Impossibilitata a fare alcunche', tipo A problem has been detected and Squabus has been shut down to prevent damage... Stavo li' guardando nel vuoto mentre scartoffie, homework e vattelappesca si accumulavano su ogni scrivania che frequento.
Poi il miracolo e' avvenuto, ne sono uscita fuori...

Da qui il quiz: Secondo voi che cosa ha fattto Squa per uscire dall'impasse?
a) ha mangiato un intero blocco di cioccolato da 300 gr
b) ha messo su 10 lavatrici e fatto le pulizie di primavera, invocandola a gran voce
c) e' andata in piscina, a giocare a squash, dal parrucchiere, estetista, l'hammam. Tutto nello stesso giorno?? (quando uno si sa stressare anche quando si deve rilassare...)
d) CTRL-ALT-CANC








Non vi lascio mica con la suspense, vi do' la risposta... Io andavo per la c) (con breve incursione devo dire anche in a e b, per amore del vero). Poi, sulla via, sono stata un poco depistata e mi sa che sono stata fortunata. Allora ho ripreso a mettere a fuoco le persone intorno. Poi ho acceso il cellulare e come raramente capita: l'ho usato. Sono uscita, ho fatto cose ho visto gente. Un caffe' con K, canadese. Una delle poche persone che mi sembra una persona davvero. Non so come spiegare. Che' io ora glielo voglio dire e sono li' che tentenno, le sembrero' una svitata... per me e' un complimento, anche se non sono sicura lo sembri. Pero' le cose si devono dire eccheccavolo, se no ci muoiono dentro.
Ho portato il latte alla povera T reduce da un sanguinario dentista olandese che le ha cavato 2 denti del giudizio, uno per lato, nello stesso giorno. Era in uno stato pietoso, non voleva farsi vedere da nessuno ne' quindi osava chiedere se qualcuno poteva farle la spesa. Si e' nutrita di milkshake alla banana per tre giorni, perdendo 3 chili. E lei e' piccolina! Mi e' scappato un lieve pianto pedalando via da casa sua. T mi stimola dei centri affettivi particolari che non conoscevo prima. A lei si' ho cercato di dirlo, ma lei ha resistito. E' che lei e' cosi' cosi'... e mi stimola l'affetto ed allo stesso tempo ne sembra cosi' totalmente inconsapevole!

La giornata non e' ancora conclusa ma devo gia' dire che e' come se oggi fossi stata travolta sulla via di Damasco. Che mai e' stato modo di dire piu' azzeccato... la parrucchiera siriana non parlava bene l'inglese e allora ho dovuto tirare fuori il mio magro olandese, questione di sopravvivenza di un decente cuoio capelluto. Non ne avevo voglia di parlare olandese, stupida e pigra che non sono stata altro... Poi e' stato necessario. E lei era dolce e simpatica. Ed allora mi sono ricordata perche' studiavo l'olandese, mica per stressarmi ogni santo giorno con compiti ed esercizi, ma per parlare con la parrucchiera. Che mi ha depilato le sopracciglia facendo scorrere un filo da cucire rosso sul mio viso, un capo del filo tra le labbra, scuoteva il capo e passava il filo sulle mie tempie. Mai vista una cosa cosi', son rimasta esterrefatta. E mi sorrideva e mi ha offerto il te, gentile. E secondo me si era capito benissimo che avevo bisogno di coccole che' al lavaggio del capello, sono stata tutta frizionata e massaggiata e trattata con estrema delicatezza. E adesso torno a fare tutti i miei compiti da brava scolaretta, cosi' la prossima volta che vado da lei capisco di piu', che' a tratti facevo finta.

Ed e' che io sono contenta che sono ancora io, quella di poco fa, tutta atomica. Ed e' che non ce la posso fare se mi rinchiudo in casa come una secchia isterica. Confesso che avevo sottovalutato quanto quella potenza atomica passasse per le persone, e dalle persone trovasse forza. Che spero di restituire. CHe bello l'essere umano!

Ho sentito un crack

... piu' che un post un dubbio atavico

Cioé praticamente questa signorina si é esibita a San Remo in questo spettacolo?

Ed é solo Morgan che si fuma il crack? Non ce lo stanno distribuendo comodamente via acquedotto a tutti quanti? No?
Solo io sono un po' allibita?

E Morgan alla fine ha cantato o no?
A sto' punto direi io.

Dall'Italia sulla tele d'Olandia arriva solo la rai1. Una sera ho acceso inconsapevole dell'evento sanremesco e mi sono imbattuta in Povia. Punto. Prima di tutto non ho capito la canzone, secondo poi ho avuto paura che quelle movenze mimesche avessero un che' di potere satanico. Ho avuto una gran paura ed ho spento la tele.
Da allora ho l'impressione di non essere piu' esattamente la stessa.

19 January 2010

ap-proposito di buoni propositi


...e c'è tutta una vasta gamma di vita che ti invade, e vuoi viverla tutta. Ma non è concretamente fattibile seguire tutto con la stessa passione. La passione è un'esperienza totale che non si può dedicare a più di un'entità per volta. Invece i segnali arrivano molteplici ed ogni segnale stimola, appassiona, le pupille si dilatano. Vorresti perderti a contemplarlo, capirlo, seguirlo, coltivarlo, giocarlo, parlarlo. Il segnale, lo stimolo, il lampo. Ma ne arriva un altro e si ricomincia, dopo un attimo di disorientamento. E cerchi di metterli in ordine, gli stimoli, come si potesse metter in fila fotoni (forse si può, questo almeno è facile da verificare?). Ognuno che arriva è come una piccola scossa. Piccola, grande, dolorosa, colorata, travolgente, lieve. Ma si sente, a seconda della sensibilità del sistema. La scossa. Oh se sono viva! Quanta vita. Varie vite, varie tonalità, le vedo avvicendarsi e sperimento anche l'impressione dei miei colori stesi a pennellate sulle pareti dell'esistenza altrui. Sono viva e la vita, la natura, asseconda la sopravvivenza: posso sopravvivere solo se ho lo spazio, ho il tempo, ho il modo. Mi sono sentita così inequivocabilmente viva, ho provato un così forte turbinìo di emozioni e non ho potuto evitare di assecondare tutte le possibilità. In un delirio orgiastico di concretizzare i buoni propositi, mi sono fatta avanti per tutto. Proprio tutto... Per coltivarmi, per scoprire quanto più potevo...

Concretamente, appunto, in un'ora e mezza il mio 2010 comincia. Dolcemente. Con un corso di cucito, una volta a settimana. La settimana prossima si aggiungerà il corso di olandese, due volte a setttimana, che si profila l'impegno più faticoso. Insieme ad un corso per gli studenti del primo anno di università che partirà la settimana ancora successiva. Per gradi. No, non insegno: sono ancora da questa altra parte, perché non riesco a nascondere la mia curiosità dietro la """dignità""" del non tornare sui banchi. Perché ho molto più da perdere vergognandomene. Perché -come allora volevo vedere: prima come studiano gli americani, poi come studiano gli ingegneri- ora voglio vedere che fanno i biotecnologi. Perché il corso sarà dato in olandese, altrimenti sarebbe stato troppo facile. A completare il tutto, a fine settimana, mi rilasserò seguendo due corsi di teatro. Cosa che avrei voluto fare da sempre, ma non ero viva abbastanza, o non ero io abbastanza. Due perché non riuscivo a scegliere e perché avevo paura che non sarei sopravvissuta abbastanza a lungo per scoprire.
Forse non sopravviverò a tutta questa vita, c'è da dirlo. Ma sono stata in stato quiescente troppo a lungo per non provarci. Voglio tutto, subito, qui, ora.

Vorrei essere certa di restare raggiungibile dai lampi giusti però, quando il sistema diventa complesso. Voglio pensare che in mezzo a quelle tempeste, quel bagliore speciale riesca ancora ad attraversarmi dritta al cuore e farmi emozionare alle lacrime.
Hnita gattona. dice. e tutte le altre tempeste sono tornate per quell'attimo nei loro vasi di Pandora. Tutte le altre vite si sono fermate un attimo a guardare. Col fiato sospeso. Poi ho visto il video ed allora tutta la poesia ed il miele hanno fatto posto ad una grassa risata! Ed ancora rido a pensarci. Che patata.


14 January 2010




Io domani sono come Bolt alle olimpiadi...

... piu' che un post una danza Maori, per giunta un po' indecifrabile

07 January 2010

Pronti, via!

... più che un post, la strombettata mattutina
http://www.esercito.difesa.it/root/media/musiche/caserma/sveglia.mp3



Mi alzo con il fuso orario, la cintola un buco più in là, le ruote sgonfie. Non sono sicura di farcela.
Esco di casa ad ore che non son più così piccole. Comunque, prima di tornare ai posti di combattimento, mi concedo il giro lungo, che passa dal centro-centrissimo, per guardare le strade, le vetrine. Pedalo cauta, i canali quest'anno sono liquidi quasi completamente, invece le strade sono diacce e se freno cado giù.

Tocco tutto intorno a me, apro cassetti. Bevo caffè, distribuisco baci post-natalizi e sorrisi. E come va? Un camice fresco di bucato. Una scaldatina ai muscoli. Sono ai blocchi di partenza.
Molto simbolicamente, sincronizzo gli orologi di tutti i laboratori, uffici, corridoi. Sulla via di casa gonfio le gomme.
Saltata di nuovo in sella.
Ce la faccio. Sorrido.

Pronta. Via!